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Agenti Generali Italia, Cirasola lascia la dirigenza

La decisione, definita come un atto di responsabilità, arriva a seguito del ricorso legale intentato da due agenti in occasione della sua rielezione a presidente nel 2022

Agenti Generali Italia, Cirasola lascia la dirigenza
Vincenzo Cirasola lascia i vertici del Gruppo agenti Generali Italia con un anno di anticipo rispetto alla fine del mandato. La decisione, annunciata da un’intervista di oggi su MF-Milano Finanza, arriva a seguito degli scontri interni nati dopo il ricorso legale intentato in occasione della sua rielezione a presidente nel 2022. 

Con una lettera firmata ieri, 2 maggio, si legge nel comunicato inviato dal gruppo agenti, “il presidente ha ufficializzato al consiglio direttivo la sua scelta” che rappresenta, ha sottolineato lo stesso Cirasola, “un atto di responsabilità nei confronti degli associati e dello stesso Ga-Gi, punto di riferimento dell’intero mercato assicurativo italiano”. 

La decisione di Cirasola è “l’ultimo atto di un contenzioso legale avviato da cinque consiglieri tra cui i due auto-candidati presidenti, risultati sconfitti in seno al congresso”, segue nel comunicato, “i quali, in merito a una controversia sull’interpretazione dello statuto associativo che avrebbe impedito a Vincenzo Cirasola, a loro dire, di essere confermato per un nuovo mandato alla guida dell’associazione, invece di rivolgersi all’organo di giustizia interna, ossia il collegio dei probiviri, hanno voluto citare in tribunale il Ga-Gi”. 

Cirasola lascia la presidenza dopo 22 anni "ma con la coscienza a posto - ha commentato Cirasola -, perché penso di aver cercato sempre di fare il bene di questa associazione. Mi auguro che tutto ciò che è stato fatto gli agenti associati possano continuare a beneficiarne". 
Le dimissioni lasciano spazio a un maggiore impegno in Anapa, grazie al fatto di non ricoprire più un doppio incarico. 

La lettera inviata agli agenti

"Non è l'epilogo che avrei desiderato per una lunga storia iniziata 22 anni fa da quando fui eletto presidente per la prima volta del Gruppo Agenti Generali", si legge nella lettera che Cirasola ha inviato agli iscritti. Il passo indietro, continua l'agente, è "l’unico gesto responsabile per mettere la parola fine a un periodo turbolento di accuse di cui sono ingiustamente stato vittima da parte di una minoranza rissosa della nostra organizzazione. Rischiavano di compromettere il lavoro che assieme, con passione, abbiamo svolto in questi anni con risultati che nessuno può mettere in discussione".

Segue un excursus sui 22 anni di presidenza: Cirasola, eletto per la prima volta il 13 aprile 2002, a 46 anni, si trovò a gestire una situazione complessa. "Nessuno voleva fare il presidente di questo gruppo perché voleva dire fare la guerra alla mandante", scrive. 
Eletto per acclamazione, in quanto unico candidato, a settembre 2002, durante un viaggio premio in Egitto, insieme all'ex ceo di Generali Giovanni Perissinotto, Cirasola ricorda il primo atto importante della sua presidenza: "il noto Patto sul Nilo, che pose fine alla dichiarazione di guerra alla mandante e ci permise di iniziare un nuovo percorso dal 2002 a oggi, che ha consentito alle nostre agenzie ex AG di avere un netto miglioramento delle condizioni economiche e lavorative, e che ha portato il Ga-Gi a diventare il gruppo agenti più importante e di riferimento del mercato".

Venendo all'ultima contestata elezione del 2022 a Monopoli, Cirasola è netto: "l'unica mia colpa - scrive nella lettera - è stata di aver rispettato, nel pieno spirito democratico, la volontà espressa dall’assemblea del popolo e di NON AVER CONSEGNATO il GA-GI (maiuscolo nel testo, ndr) ai due auto-candidati presidenti risultati NON (maiuscolo nel testo, ndr) preferiti dalla maggioranza. Se questo è una colpa sono orgoglioso di essere colpevole", conclude Cirasola
 

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